In queste pagine l'autore commenta e interpreta cinque fiabe: L'acqua della vita, La serpe bianca, I musicanti di Brema (tutte e tre dei fratelli Grimm), Il gatto con gli stivali (di Perrault) e la fiaba africana Kirikù e la strega Karabà. Le fiabe raccontano la nostra storia, non parlano d'altro che degli eterni e universali conflitti che ciascuno di noi incontra nel nel suo quotidiano costruirsi in umanità. Le fiabe ci mettono in contatto con l'altra parte di noi, quella che tendiamo a non ascoltare e che dalle profondità del nostro essere ci invita a non disperare quando siamo in difficoltà, a non disprezzare troppo in fretta il nostro destino: può darsi che, come è capitato al figlio del mugnaio ne Il gatto con gli stivali, da quel poco che ci viene dato otterremo non solo il necessario per sopravvivere, ma addirittura lo straordinario per una vita assolutamente impensabile. Proprio le fiabe possono aiutarci ad assimilare più a fondo e a vivere con maggiore verità quei valori e quei significati universali e senza tempo che sono indispensabili per dare un senso alla vita e diffondere fiducia e speranza. Esse non stancano di ripeterci che anche l'impossibile può divenire realtà e ci dicono che certamente una meta di pace, di pienezza e compimento, di felicità esiste, ed è a portata di mano. Lasciamoci sorprendere dalla verità che abita da sempre in ciascuno di noi. Questa è vera saggezza! (Massimo Diana)