Questo "Vangelo di Matteo" ha come lingua di partenza il greco degli antichi manoscritti neotestamentari. Negli ultimi decenni la teoria della traduzione è stata molto influenzata dalla linguistica moderna. Il metodo utilizzato in questo libro tiene conto sia della teoria a equivalenze formali sia quella a equivalenze dinamiche. In queste due teorie il traduttore vede validi punti di forza, utili a comunicare il pensiero di Matteo e le emozioni che le sue parole suscitavano nel cuore dei destinatari dell'opera. La prima teoria — quella a equivalenze formali — traduce parola per parola, rispettando il piú possibile la struttura grammaticale della lingua di partenza. Il traduttore ha fatto ricorso a questo metodo là dove la grammatica greca permetteva una traduzione sufficientemente chiara nella lingua di arrivo. Invece, ha fatto ricorso all'equivalenza dinamica là dove la grammatica greca non permetteva una trasmissione sufficientemente chiara del pensiero nella lingua di arrivo.