Molti sono i modi di comunicare: con la parola, con i gesti, con il silenzio. Attraverso lo sguardo avviene una comunicazione intima, profonda, onnicomprensiva: si può dire che tutto il nostro essere si riflette nel nostro sguardo, e attraverso lo sguardo ci riveliamo gli uni agli altri: ci conosciamo. Gli occhi sono come finestre aperte sulle profondità del nostro cuore. Così fu anche per Gesù: il suo mistero ineffabile di Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, di Uomo-Dio, traspariva attraverso il suo sguardo. Nello sguardo di Gesù, immagine del Dio invisibile, irradiazione della gloria del Padre, "si coglie la profondità di un amore eterno e infinito che tocca le radici dell'essere". La persona che se ne lascia afferrare è spinta ad abbandonare tutto e a seguirlo. Tuttavia, noi possiamo anche sfuggire allo sguardo di Gesù. E questo significa sfuggire al nostro destino di creature volute e amate da Dio che ci vuole figli nel suo unico Figlio. L'autrice prende in considerazione molti passi dei quattro Vangeli che riguardano l'incontro di Gesù con diverse persone ed evidenziano il suo amore attraverso lo sguardo: Sguardo che chiama (Andrea e Simone, Filippo, Natanaele, giovane ricco), Sguardo che scruta (l'emorroissa, uomo dalla mano inaridita), Sguardo di compassione (moltiplicazione dei pani, sordomuto, Lazzaro), Sguardo che converte (adultera, Pietro che rinnega tre volte), Sguardo orante (durante l'ultima cena), Sguardo che soffre (pianto di Gesù su Gerusalemme)...