Certamente "unica" nell'epistolario paolino, questa Lettera si impone non solo per la sua ampiezza e per le sue molteplici tematiche, ma anche per il suo stile e la sua origine. Essa è, si può dire, il "biglietto da visita" con cui san Paolo si presenta alla comunità cristiana che è in Roma e che egli ancora non conosce direttamente. È la prima volta che l'Apostolo delle genti si rivolge ad una Chiesa non fondata da lui. In questa Lettera Paolo non è il padre che deve intervenire per richiamare, correggere o consolare e sostenere i suoi figli, bensì è il "fratello" che comunica ad altri fratelli tutto quanto gli è stato rivelato del mistero di Dio e quanto egli stesso ha conosciuto per viva esperienza. Con questa Lettera ci giunge un messaggio di grande speranza: essa è tutta pervasa dall'anelito alla santità, tesa al superamento delle divisioni, accesa di passione per l'unità e di quello zelo missionario che scaturisce dall'universalità e dalla gratuità dell'amore riversato nel cuore dei credenti.