Sul territorio dei "condannati della terra" - come li chiamava Franz Fanon - non era questione di fermarsi a fare i benefattori, ma di essere persone solidali all'interno di tutta una situazione. La solidarietà metteva nel conto lo scontro con il mondo dei sopraffattori, lo scontro con l'invasione dei loro prodotti, dei loro miti e dei loro programmi, della loro propaganda e delle loro sirene, dei loro partiti e delle loro istituzioni. L'atteggiamento da benefattore è sempre individuale, la solidarietà che implica il cambio di situazione ti obbliga a stare, a pensare e ad agire insieme alle vittime, è un'azione di gruppo, tu sei uno dei tanti, non più l'immaginario onnipotente.