Come è possibile che un Dio buono e potente permetta che il male ferisca in modo straziante il mondo da lui creato e amato? Quali strategie di resistenza sono praticabili da un credente, che sperimenti l'assurda irruzione del negativo nella vita sua e dei suoi cari? Che rapporto hanno tali accorgimenti con la tradizione di popoli antichi, come quello egizio, che cercavano di contenere, nel culto, la pericolosa potenza degli dèi primigeni? Non c'è qualcosa di inquietante e assieme di significativo nella compresenza di icone rassicuranti e di figure mostruose lungo le pareti dei templi pagani e delle chiese cristiane? Questo libro ripensa le tradizionali soluzioni proposte dalla teodicea al problema del male e abbozza una linea di ricerca, che trascenda le immagini ingenuamente antropomorfiche con cui la religione rappresenta talora la divinità a fini consolatori. Gesù Cristo smaschera gli idoli di potenza e ci offre un'icona vulnerata, fragile, bisognosa, ferita e sofferente di Dio. La croce dà motivi di scandalo a chi pretende il toglimento immediato della contraddizione. Il cristianesimo annuncia una via di redenzione, ma impegna il credente a una risposta riconoscente: aver cura di Dio. Questa attitudine alimenta il desiderio di liberazione dal male, sostiene un'etica della prossimità verso i fratelli e verso il creato e custodisce la verità dei patti biblici.