In questo libro l'autore vuole dimostrare che il conte di Cagliostro e Giuseppe Balsamo erano in realtà due persone distinte. Secondo l'autore, Balsamo era un imbroglione palermitano, usato dell'Inquisizione per condannare Cagliostro che era invece un guaritore famoso, un alchimista, un veggente e aveva poteri straordinari riconosciutigli anche dai suoi nemici.