Nei Salmi delle ascensioni (dal 120 al 134) la salita fisica verso la Città Santa si presta ad essere colta come simbolo dell'ascensione a Dio, cui tutti siamo chiamati: Colui che ci ha fatti per sé, attira a sé il nostro cuore inquieto. Perciò, questi canti si offrono come una metafora della vita, cammino dell'uomo verso la Città celeste dov'è la vera dimora e patria di ciascuno di noi. Entrare nel mondo evocato da questi Salmi vuol dire educarsi al desiderio di Dio, riconoscendo in Lui la vera meta, da sempre intravista e non ancora posseduta, e cogliendo nel Suo abbraccio promesso il porto sospirato cui orientare la navigazione della vita personale e della storia nella sequela del Figlio, morto e risorto per noi.