Il prossimo sinodo dei vescovi, dedicato al tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», stabilisce una reciprocità significativa: i giovani non devono essere solo l'oggetto passivo della riflessione, ma sono chiamati a coinvolgersi quali protagonisti e interlocutori veri. Non si tratta di una visione idealizzata dei giovani: se la "società liquida" non offre loro appigli scontati, sicurezze facili o strade aperte e sicure, la Chiesa propone loro quella pienezza di vita e di amore che il Signore ha sognato per ciascuno di loro. E lo fa nella consapevolezza della complessità delle situazioni di partenza, ma anche nella convinzione che più che mai oggi l'annuncio della buona novella ha il sapore di una sfida, di un pungolo ad aprirsi a nuovi stili di vita e a nuove forme di protagonismo.