Il simbolo è uno strumento di sviluppo della consapevolezza individuale che parla quel linguaggio universale che permette l'accesso del mondo materiale al mondo spirituale. Vitriol, incedenza, onniscenza, palingenesi, solve et coagula, ambula ab intro, pentacolo: questo e molto altro all'interno della Sapienza perduta. Da ogni simbolo, una suggestione, quindi: affinché il finito si diriga verso l'infinito. Qui il Logos, che è per sua natura sotteso e sottinteso, in quanto patrimonio morale e ancestrale dell'intera comunità umana, viene custodito, svelato e trasmesso così che possa divenire intelligibile all'uomo contemporaneo, sebbene all'attuale costui abbia perso la chiave tridimensionale del tempo, ormai tanto e troppo impegnato a perseguirne la linearità, finalizzata agli scopi esclusivamente materiali. Pertanto, solo la presenza esistenza-sussistenza di immagini che attraggono l'uomo nel mondo temporale, per le implicazioni che esse stesse racchiudono, possono indirizzarci a quell'essenza in grado di guidare verso l'eterno universale.