L'esperienza filiale accomuna ogni essere umano e lo coinvolge sia a livello psicologico sia nella relazione con Dio. Il testo si propone, quindi, di aiutare il lettore a conoscere in modo più approfondito il significato e la bellezza del suo "essere figlio", per introdurlo in un percorso ulteriore: quello della sua relazione personale con Dio. Nella parte finale vengono presentati i voti, come terapia della figliolanza perduta: essi si configurano, infatti, come rimedio privilegiato per combattere i nostri limiti - in particolare il narcisismo e l'autosufficienza - e, nello stesso tempo, come occasione di crescita nel rispondere al "grande amore" del Padre.