La Comunità parrocchiale di Vingone, nata nel 1965 in un quartiere popolare di Scandicci, fu guidata fino al 1982 da Fabio Masi che accolse le innovazioni del Concilio Vaticano II con entusiasmo e impostò la sua pastorale cercando di seguirle e creando una comunità di fede, che iniziò da subito a sperimentare nuove forme di prassi ecclesiale. La Comunità di Vingone accolse anche non credenti, che seguirono insieme ai fedeli le attività sociali che caratterizzarono la vita parrocchiale, tra cui una scuola popolare e un doposcuola. Fu un'esperienza particolare in cui il dialogo tra credenti e non credenti si trasformò in una condivisione di vita comunitaria, in una comunità che viveva i valori cristiani, dell'amore per gli altri e dell'impegno per il riscatto dei più deboli, senza l'obbligo di manifestare la fede in Dio, in un rispetto reciproco tra credenti praticanti, credenti non praticanti e non credenti. La Comunità si trovò a vivere il suo percorso proprio durante i fermenti della fine degli anni Sessanta, di quel "lungo '68" che fu caratterizzato dalle utopie del cosiddetto "dissenso" cattolico; anch'essa partecipò a quel clima, con idee e prese di posizioni, sempre però cercando di rimanere all'interno delle istituzioni. La vicenda della Comunità di Vingone è un esempio, certo molto particolare, ma anche significativo, di come si cercò di essere Chiesa, con tutte le ingenuità, i limiti, ma anche l'entusiasmo di una ricerca di modi più autentici di vivere la fede, sotto la spinta delle innovazioni del Concilio, negli anni '60-'70. In questo libro si dà conto degli avvenimenti, delle riflessioni e delle persone di quella esperienza. Prefazione di Fabio Masi. Introduzione di Bruna Bocchini Camaiani.