I dieci comandamenti non sono espressione del volere arbitrario di Dio; rappresentano invece la parola di vita che egli rivolge al suo popolo, parola di somma sapienza che addita la via della libertà. Oggi, in un'epoca che ci riversa addosso miriadi di voci incontrollate e incontrollabili, avvertiamo il bisogno di parole che offrano chiarezza e ci aiutino a realizzare un'esistenza non priva di senso. Abbiamo ormai capito che sono svaniti i tempi del "tutto mi è lecito-: questo slogan della post-modernità non faceva spazio alla vita, ma all'arbitrio, a un libertarismo anarchico che ha ben poco a che fare con l'amore; è, anzi, la morte dell'amore. I nitidi orientamenti che il Signore ci offre nel decalogo - le "dieci parole" - stanno come un baluardo protettivo della nostra vita e del nostro amore. Custodiscono queste eccelse realtà da abusi e profanazioni, da banalizzazione e insignificanza. Definiscono una cornice al cui interno l'esistenza umana può prosperare e nella quale la civile convivenza ha modo di realizzarsi in massimo grado.