Il testo affronta, con taglio originale se non inaspettato, il tema della concezione di Dio propria del pensiero cristiano più recente. La letteratura teologica degli ultimi decenni ha in effetti recuperato l'unità del discorso su Dio superando la giustapposizione fra approccio razionale e approccio rivelato, cercando cioè una rinnovata alleanza fra teologia e storia della salvezza. Con una conseguenza straordinariamente importante: più la teologia si avvicina al suo centro - il mistero della grazia di Dio, nel cuore della libertà - più essa libera il pensiero filosofico e lo riconsegna alla sua autonomia. Queste novità maturate nel pensiero del Novecento teologico vengono, poi, messe a confronto con quel banco di prova che è la dottrina della Trinità, rivelata nell'evento cristologico. Ne risulta così una conseguenza ulteriore: è possibile pensare fino in fondo la reciprocità fra la teologia e l'antropologia, ricondotte entrambe nel mistero stesso di Dio. Non a caso, se il concetto biblico di Dio è sempre un concetto cristologico, ciò avviene precisamente perché, in ogni sua parte, la concezione di Dio è inseparabile dall'antropologia. Il tutto in un manuale che, dato alle stampe dopo anni di riflessione e di elaborazione intellettuale, è frutto di una intera carriera dedicata all'insegnamento della teologia. Un "trattato di Dio" dove confluiscono, nel loro distinguersi e implicarsi, filosofia, ermeneutica biblica, teologia sistematica, nel dire l'unico Mistero di Dio.