Ogni esperienza umana, se letta e vissuta nella relazione con Dio, svela la sua identità più profonda per il fatto che appare come espressione di un 'disegno' del Creatore. L'esperienza universale del rapporto tra donna e uomo, che nell'arco dei secoli ha assunto forme e significati diversi, alla luce della Rivelazione si manifesta come attuazione di una volontà benefica del medesimo Creatore tesa a procurare pienezza di vita agli esseri umani. L'istituto del matrimonio, la cui valenza simbolica emerge alla coscienza con alterne vicende nella storia delle culture, non è pertanto estraneo all'azione salvifica di Dio. Per questo nella tradizione cristiana si è giunti a considerarlo sacramento. In verità, il percorso che ha portato a tale visione non è stato lineare, anche per la variazione della concezione della sessualità in dipendenza da una lettura globale dell'esistenza umana. La comprensione sacramentale dell'istituto matrimoniale, per la cui salvaguardia ha dato un contributo notevole la normazione giuridica, ha poi permesso di rivalutare la medesima sessualità, riscattandola dalle concezioni mitologiche antiche e moderne, mediante la sua collocazione nel destino stabilito dal Creatore per gli esseri umani e la redenzione del rapporto tra uomo e donna dalla immediatezza dell'impulso. La sacramentalità del matrimonio, lungi dal 'sacralizzare' la relazione umana più completa, la rende trasparenza dell'alleanza tra Dio e l'umanità e la connota con le caratteristiche proprie di questa medesima alleanza. Il volume ripercorre le fasi di maturazione della concezione cristiana: si apre con la rilettura dei testi della Scrittura, illustra la ricezione dei medesimi nella storia del pensiero cristiano, ne mostra il senso in rapporto agli elementi costitutivi di quell'esperienza umana che all'origine Dio ha posto come fondamento e come paradigma di ogni relazione.