Un racconto/commento biblico, che inviterà a sorridere e che, insieme, commuoverà il lettore, alternando riflessione teologica e slang napoletano, sorrisi e richiami alla serietà della vita: un libro leggero, ma non scritto con leggerezza; un testo sorprendente, che restituisce alla spiritualità biblica un linguaggio fresco, spigliato, ma sempre capace di profondità e di concretezza. Mi convinco sempre più che le parole dette con disprezzo quando Gesù era in vita, che lo additano come un «mangione e beone, amico dei pubblicani e dei peccatori», siano in realtà un titolo messianico al pari di "Figlio di Davide", di "Cristo", di "Figlio dell'uomo".