La realtà è colorata. Questa constatazione apparentemente banale è possibile grazie a un lungo percorso evolutivo. L'esperienza del colore, difatti, richiede sensibilità percettiva, decodificazione intellettiva e differenziazione emotiva, così che il cromatismo s'intride con l'intero psichismo. Ne sono testimonianza termini dal significato coloristico e al tempo stesso psicologico, per cui il nero è tonalità cromatica, ma anche coloritura dell'umore e verdi sono le gradazioni della vegetazione, ma anche le sensibilità ecologiche. L'intima consonanza tra percezione sensoriale e vibrazione emozionale supporta un autentico linguaggio cromatico, capace di condensare in un'immagine situazioni complesse come una vita grigia o un futuro roseo. È un linguaggio convenzionale, dove il rosso è sinonimo di allarme e il giallo di radiazioni, ma altre volte è un linguaggio simbolico, dove il bianco è illuminazione in tutti i sovrasensi del termine. Se i codici convenzionali hanno carattere locale, quelli simbolici hanno estensione più generale; il loro significato è più ignoto che noto, ma investe chi lo conosce come chi lo ignora.