Caratteri personali, cornici culturali, conoscenze e capacità costituiscono quel mix straordinario che, in luoghi e tempi organizzativi peculiari e specifici e attraverso un processo di riconoscimento, generano e rinforzano le competenze. La registrazione della confusione di significato nell'uso quotidiano di «capacità» e «competenza», spesso utilizzate come sinonimi, è stata l'occasione e lo stimolo per una ricerca sul ruolo del processo di riconoscimento di un'azione organizzativa verso il costrutto di una competenza. Il processo di riconoscimento, espressione esistenziale e sentimentale, precede temporalmente ogni elaborazione di conoscenza. Un attore organizzativo agisce osservato da un attore che riconosce: questo nucleo, questo episodio di dinamica organizzativa immerso in una visione relazionale e intersoggettiva dell'esperienza organizzativa può, attraverso un ricorrente processo di riconoscimento, originare e alimentare le competenze. La ricerca presentata in queste pagine registra le testimonianze più recenti della letteratura organizzativa contemporanea e allo stesso tempo richiama gli approdi della ricerca filosofica neohegeliana e le pratiche e le riflessioni della psicanalisi relazionale: due filoni di ricerca delle scienze umane contemporanee che hanno posto il processo di riconoscimento al centro delle loro ricerche, indiretti ma autorevoli supporti del paradigma relazionale dell'esperienza organizzativa. Una lettura ispirata dalla relazionalità organizzativa e dalla centralità del processo di riconoscimento nella costruzione delle competenze che si propone come occasione di riflessione per la funzione HR, per responsabili e attori di attività di sviluppo organizzativo e di formazione one to one e gruppale. Una lettura che si propone anche al line management, autenticamente in ascolto del potenziale della propria organizzazione e consapevole, come autore di processi di riconoscimento, della propria responsabilità di costruttore di competenze.