Sono passati più di vent'anni da quando J. M. Quinodoz ha introdotto il concetto di "sogni che voltano pagina", muovendosi all'interno della psicoanalisi freudiana. Che cosa può dire la psicologia analitica junghiana, da sempre attenta all'onirico, su questo fenomeno? Nello scritto, partendo da un confronto teorico e clinico tra i due modelli, vengono indagati quei particolari sogni che, pur apparendo come portatori di cambiamento e novità, non si accompagnano a modifiche positive rilevabili nella vita del paziente o nel suo assetto psichico. Sono questi dei sogni che "non" voltano pagina?