Mosè e la religione monoteistica è un'opera di Sigmund Freud. Si compone di tre parti scritte tra il 1934 e il 1938, pubblicate come un unico libro nel 1939 ad Amsterdam, sotto il titolo Der Mann Moses und die monotheistische Religion. È l'ultimo libro pubblicato dal "padre della psicoanalisi", che morì pochi mesi dopo, all'età di 82 anni, mentre era rifugiato a Londra. In esso, Freud discute le origini del monoteismo, offrendo la sua opinione sulle vere origini di Mosè, e del suo rapporto con il popolo ebraico. È il secondo lavoro che Freud ha dedicato alla figura di Mosè, dopo averne pubblicato già uno in forma anonima intitolato Il Mosè di Michelangelo, nella rivista da lui diretta, Imago, nel 1914. Il libro è un'estensione del lavoro di Freud sulla teoria psicoanalitica come mezzo per generare ipotesi su avvenimenti storici. Freud aveva similmente impiegato la teoria psicoanalitica per la ricerca storica nell'opera Totem e tabù. L'interesse di Freud per l'antico Egitto si è manifestato in un'impressionante collezione di antichi manufatti egizi; una selezione di piccoli bronzi era infatti sempre in mostra sulla sua scrivania, sia a Vienna che a Londra.