Il cervello rischia spesso di sentirsi solo. È una macchina formidabile, certo, in grado di trarre conclusioni rapide da una manciata di elementi, e bisogna dire che molto spesso sono esatte. Eppure, se lasciato solo a se stesso, nel suo lavorio solitario tende a prendere troppe scorciatoie, ed è facile che arrivi a una decisione sbagliata. Come fare? La soluzione si trova in uno strumento semplice e potente, su cui da sempre si fonda la nostra cultura: il dialogo. Parlando, si palesano i processi mentali che altrimenti rimarrebbero inavvertiti, i ragionamenti si oliano e le nostre idee si affilano. Ma la parola è un'arma a doppio taglio: se da un lato dà voce a pensieri ed emozioni e guida i nostri ragionamenti, dall'altro può alimentare visioni distorte e portarci a confondere la verità. Avviene tanto nel dialogo interiore - il semplice dire a noi stessi che ci sentiamo arrabbiati, o tristi, diventa un filtro attraverso cui percepiamo la realtà - quanto nel fervore dei convincimenti di massa che nella storia hanno alimentato idee deliranti, dalle crociate alla caccia alle streghe. Se davvero «l'arte del conversare», come la definì Michel de Montaigne, ha un potere così grande, vale la pena conoscerla per sfruttarla al meglio. Il neuroscienziato Mariano Sigman distilla in questo libro anni di ricerca e ambiziosi esperimenti: mescolando studi scientifici e vita quotidiana, tennis e bolle finanziarie, social network ed epica antica, Il potere segreto delle parole illustra i meccanismi universali con cui il dialogo nelle sue molte forme può cambiare la nostra vita mentale ed emotiva. Se le parole sono capaci di indurre o controllare stati d'animo, plasmare idee, consolidare o manipolare la memoria, trovare quelle giuste può avere un'influenza sorprendente su noi stessi e sul mondo: mentre crediamo di descrivere la realtà, quasi senza rendercene conto la stiamo cambiando.