Attirato nell'orbita delle discipline di controllo e di dominio al servizio del potere, il ritratto ha assunto la prerogativa di poter certificare con arroganza l'identità più segreta del soggetto, trasformando il linguaggio del volto in un testo muto, sottratto al movimento più complesso della vita, in cui è dato da leggere solo quanto è stato redatto in precedenza in forma di referto giudiziario o di cartella clinica. Così Narciso muore, ma non della morte che gli spetta per l'infinito viaggio a cui si sottopone per arrivare a riconoscersi, ma perché lo specchio in cui doveva rimirarsi, nei termini di una costante e viva metamorfosi dell'io, è stato infranto e la sua memoria dissolta per sempre.