Quali immagini evoca alla nostra mente la parola "solitudine"? A che cosa pensiamo? Quali sentimenti proviamo? Quali scenari ci figuriamo? Il presente volume si propone innanzitutto di guidare il lettore nella risposta agli interrogativi sopra delineati. Affronta il complesso costrutto della solitudine, distinguendovi al suo interno diverse dimensioni e molteplici significati. L'analisi della complessità e della multidimensionalità del tema in esame condurrà sin da subito a individuare le due principali valenze della solitudine: una più negativa, maggiormente indagata dalla letteratura psicologica, riconducibile a problematiche socio-relazionali, affettive ed esistenziali e prevalentemente associata a sofferenza e malessere; l'altra più positiva, meno studiata e meno riconosciuta anche a livello di senso comune, associata ai bisogni individuali di autonomia, a una ben precisa competenza e alla capacità di autodeterminazione. Un secondo obiettivo del volume consiste nel sollecitare il lettore a comprendere che la solitudine può avere anche un significato evolutivo: prima di tutto perché imparare a stare da soli è una competenza che aiuta a crescere in autonomia, e in secondo luogo perché a seconda della fase di sviluppo dell'individuo la solitudine può assumere un senso e un valore diversi. Le due differenti modalità di vivere la solitudine, sopra accennate, riconducibili a monte a significati diversi ad essa attribuiti, saranno quindi nel corso del volume declinate rispetto alle fasi del ciclo della vita. A partire dall'età neonatale, durante l'infanzia, la fanciullezza, l'adolescenza e fino all'età adulta, due fondamentali istanze evolutive si manifestano e devono trovare un equilibrio tra di loro: il bisogno di attaccamento, di relazione o di connessione, da un lato, e il bisogno di separazione, di autonomia o di solitudine dall'altro.