Si piange una volta sola, e dopo basta. Si piange una volta, con tutta la disperazione che il dolore richiede, e poi si passa oltre. Si piange e non si rimpiange, si piange e non si rimugina, si piange e non ci si lamenta più. Non ci si perde a pensare al passato, ai traumi, alle cause, ai genitori. Si piange una volta sola e poi si ricomincia a vivere. "Questo libro, ispirato da tanti anni di lavoro psicoterapeutico, è dedicato alle regole indispensabili per evitare di prolungare oltre misura la nostra sofferenza. Vedo tantissime persone che piangono per cose accadute anni prima, convinte che non guariranno più dalla loro ferita: in realtà è proprio così che non si cicatrizzerà mai. L'intervento psicoterapeutico basato sui genitori che abbiamo avuto, sui traumi che ci sono capitati, non solo non funziona, ma ci porta lontano da quelle capacità di autoguarigione che il nostro Sé possiede. Via via diventiamo sempre più artificiali, lamentosi, ci identifichiamo con i drammi che ci sono capitati e finiamo per essere sempre più in lotta con noi stessi: perché nessun passato si può cancellare." In questo nuovo libro Raffaele Morelli ci spiega cosa fare affinché il pianto non si trasformi in eterno lamento o rimpianto. "Le lacrime sono arrivate per farci rinascere: se impariamo a guardarle in questo modo, il dolore dura solo il tempo necessario a compiere l'opera; altrimenti si cronicizza e diventa lamento, rimpianto e permanenza. Ogni rimuginio sugli affetti e i sentimenti passati e su ciò che ne è stato è sempre una sciagura. Quando ce ne liberiamo possiamo rifiorire. Il dolore, se si piange una volta sola, purifica, apre al nuovo, genera vita."