"Agalma" è una parola che rimanda al mito dello scultore che si innamorò della sua statua tanto da volerla trasformare in creatura vivente. Agalma, in senso traslato, è perciò lo struggimento per l'ideale e il trasporto dell'arte. Agalma è così l'inganno, il miraggio, ma anche l'illusione vitale dell'immaginario: si trova nel gioco del bambino che trasforma il legno in cavallino, nel tesoro nascosto della fiaba, nella finzione magica del teatro, o nell'ascolto della parola incomprensibile dello straniero. Agalma, infine, è il mistero della bellezza di una natura in cui convivono e si intrecciano le vite della formica e della stella. Insegnare a comprendere gli "agalmata" è il fine di questo libro e di una didattica senza comandamento, che, tramite la carezza, cerca l'assente e la libertà.