L'esperienza clinica e umana di chi, suo malgrado, da tempo sopravvive al nulla (nel nulla) e di chi, nonostante tutto, e-siste non esistendo (essere senza esistere) si profila, oltre le categorie della nosografia, come una sorta di orma umana sulla superficie lunare. A mani nude, l'incontro con la condicio humana dello psicotico lascia emergere il vissuto, istantaneo e attuale, frammentario e immediato, come vera e propria, ultima e inattingibile cosa-in-sé, scheggia di luce nella notte: ciò che resta, autenticamente, alla temperatura della distruzione, battito caldo, nel cuore di ghiaccio del nulla. Solo a partire da questo fondo, sia per il paziente che per il clinico, si snoda la via tra libertà e destino.