L'opera abbraccia un arco di tempo non inferiore agli ultimi 45 anni. Non è, come potrebbe sembrare, una biografia, anche se l'autore vi riferisce di sue vicende personali. Egli racconta però soprattutto del suo impegno in diversi settori: nella psicoterapia, nella psicologia giudiziaria e nella formazione. Vi affianca molte riflessioni su temi pertinenti alla sua professione, ma non solo. Riflessioni immediatamente riconoscibili nel testo perché in corsivo. Inoltre, malgrado le esperienze, le riflessioni ed i ricordi riportati sembrino appartenere a contingenze contemporanee od assai vicine al momento in cui se ne scrisse, non è così. In realtà non vengono rispettati criteri cronologici o di altra natura. Quel che viene rievocato è legato all'impulso del momento, ma può appartenere a circostanze anche assai lontane nel tempo. Insomma quel che segue potrebbe apparire semplicemente come uno zibaldone disordinato in cui l'autore si esprime sui temi più diversi. Diversi, ma sempre tra loro coerenti. Si è evitato per quanto possibile un linguaggio da iniziati. Si sa che ogni disciplina ha il suo gergo tecnico, non di rado adottando neologismi e barbarismi non sempre necessari. La psicologia non fa eccezione. Per contro, a ben vedere, anche i suoi concetti più complessi, quasi sempre, possono essere espressi con un linguaggio semplice e piano, qual è quello che l'autore si sforza di adottare. Tuttavia alcune riflessioni possono risultare di lettura non facile né piacevole. Ma l'autore raccomanda a chi non voglia affaticarvisi di ignorarle.