«Sul fondo dell'"essenziale" chiarezza di Costruzioni nell'analisi risaltano ancor più nitide le ombre delle questioni alle quali Freud ci convoca, dei problemi radicali che esse incontrano. Un Freud assai poco dogmatico, che sembra in continuazione chiedersi quanto e cosa ci sia poi di vero nelle costruzioni di senso che avvengono in analisi, su cosa poggi quella verità (o quel nucleo di verità) e soprattutto di quale ordine essa sia». (Francesco Barale). "Costruzioni nell'analisi" è un breve testo fondamentale scritto da Sigmund Freud nel 1937 che viene qui riproposto in una nuova traduzione con testo a fronte, dopo quella storica edita nel 1979 da Boringhieri nelle Opere di Freud. «Perché una nuova traduzione e una nuova edizione? Perché esporsi a tali confronti? - scrive Francesco Barale - Si potrebbe dire, semplicemente, perché sono passati quarantacinque anni. In questi quarantacinque anni sono successe molte cose, che hanno in parte cambiato anche il modo di leggere Freud, di intendere ciò di cui Freud ci parla, le domande che egli si poneva, quelle che il testo pone al suo lettore, le risposte che il testo suggerisce e anche le lacune, gli spazi "bianchi", che il testo a suo modo segnala sia tra quelle domande che tra quelle risposte. Di conseguenza, in alcuni casi non del tutto marginali, si tratta anche di ripensare alcune scelte traduttive fatte, non solo nel pieno rispetto del testo, ma proprio per restituirgli alcune delle sue potenzialità. È anche a questa condizione, del resto, che i testi, soprattutto i classici come questo, continuano a parlarci». Il testo, prendendo le mosse dalle labirintiche difficoltà dell'"analogia archeo logica", delinea in un crescendo quello che, forse con una certa esagerazione, è stato chiamato un vero "cambio di paradigma" sulla natura di ciò che emerge in analisi e del lavoro analitico stesso.