Un titolo curioso per un tema ancestrale e un interesse alla questione sempre attuale che attraversa l'uomo e la società: la menzogna. Una distorsione evolutiva della mente in formazione o suo tratto ineludibile? Oppure un ineludibile frontespizio della comunicazione sociale? La menzogna come espressione di una mente creativa o emotivamente dissonante? I diversi e sorprendenti sentieri della mente 'che finge' e i suoi possibili intendimenti sono riflessioni che, in modo naturale e in un linguaggio scorrevole, percorrono e si intrecciano sul distico psicologico e mentale verità-menzogna o verità-inganno. Ci appare come fenomeno universalmente umano, con un cenno necessario ai riflessi etici al fine di toccare la questione dell'identità personale e interpersonale. Nella prima parte, nel soffermarsi sull'attitudine umana all'inganno, ne propone una lettura come fenomeno senza tempo, radicato nelle più diverse manifestazioni storico-letterarie e culturali, fino all'attuale configurazione globale delle comunicazioni di massa. Nella seconda parte si sottolinea la radicalità di questa attitudine che attiene la mente umana, ricevendone di contro una "cifratura antropologica"...