Il valore taumaturgico della rappresentazione è istintivamente percepito da sempre, ma le sue possibili applicazioni a fini psicoterapeutici sono meno immediate. Questa analisi si propone di indagare la relazione profonda che lega spettacolo e cura, ponendosi gli obiettivi di conoscere gli aspetti della rappresentazione che sono rilevanti da un punto di vista psicologico, di chiarire i suoi meccanismi d'azione sulla psiche e di individuarne prospettive d'uso in scenari clinici. Soffermandosi sulle diverse forme e mezzi quali teatro, cinema, televisione, nuovi media, si scandiscono le tappe di una lettura della realtà, sempre più profonda e puntale, e si punta al cuore di un rapporto che se ha origine nella notte dei tempi è anche prepotentemente attuale. Il testo si propone di essere un riferimento per il terapeuta che vuole approfondire le potenzialità della scena ed è anche rivolto allo studioso di spettacolo che vuole riallacciare un contatto con una dimensione essenziale, ma spesso non messa perfettamente a fuoco, della rappresentazione. Esso è in ne una proposta, affascinante per chiunque, di un viaggio al cuore stesso dell'esprimersi e del condividere dell'uomo. Prefazione di Eugenio Aguglia.