L'autore traccia un percorso che va dalle rappresentazioni della paura nell'arte e nell'immaginario popolare a una più profonda analisi antropologica sui motivi della paura come risposta a un pericolo o a un supposto pericolo esterno. Una bambola dallo sguardo sinistro, un rumore nella notte, uno sconosciuto dalle strane maniere hanno del perturbante e la caratteristica comune di apparire devianti dalla norma, forse pericolosi e di certo minacciosi. Un viaggio in un territorio inusuale in cui si incontrano quegli oggetti (manichini, maschere, automi, marionette, carillon), quelle persone (affette da deformità o da patologie di origine psichica), quegli ambienti (case abbandonate, cantine, soffitte) e quelle situazioni che ciascuno di noi conosce, che sanno di sinistro, scavalcano il nostro lato razionale e insinuano nel nostro inconscio (o ripescano da esso) sentimenti di inquietudine e paura che ci fanno precipitare nella "Valle del Perturbante".