Un artista di successo cade in una depressione devastante. È il culmine di un'esperienza di vita che l'aveva portato a constatare il profondo divario fra la sua verità interna, vissuta come fallimentare, e la dimensione pubblica della stima e del rispetto. È nel confronto fra l'essere e l'apparire che si inserisce un'esperienza di analisi psicologica protrattasi per sei anni. Carotenuto, polo dialettico di questa vicenda, illustra e discute la complessa situazione dell'artista e cerca di comprenderla alla luce delle proprie convinzioni psicologiche, ponendola nello sfondo di quelle vaste dimensioni interpretative che per primi Jung e Neumann hanno esplorato. Un caso clinico che si apre di fatto alla dimensione dell'umano universale. Come in un caleidoscopio i vari elementi della vita di Arione (tale è lo pseudonimo con cui Carotenuto indica il paziente, alludendo alla mitica figura salvata dal delfino), s'intersecano fra loro, e la composizione permette di osservare all'interno di una singola anima i problemi che schiacciano la maggior parte degli esseri umani. Il percorso che conduce alla responsabilizzazione di Arione è costellato di angosce e crisi di disperazione, ma la circolarità del rapporto con l'analista, osservatore, coinvolto ma sempre "con la testa fuori", permette al paziente di uscire dalla paralisi, senza eccessivi trionfalismi e facili entusiasmi.