La pretesa, che ognuno di noi vanta, di considerarsi originale, crea spazi incolmabili tra gli individui e genera l'idea di essere non soltanto padroni delle proprie scelte, ma del tutto, o quasi, autonomi nelle proprie azioni. Una tale visione megalomane dell'io invade la dimensione esistenziale dell'altro, relegato a semplice spettatore della verità che si crede di possedere e si vuole imporre. Partendo da questi presupposti, il libro di Alessandro Bertirotti "Diversamente uguali", analizza la formazione del concetto di io, proponendo la sua sostituzione con il termine noi, per poi approdare a quelli di altro e di mondo. Noi, gli altri, il mondo sono quindi le coordinate della riflessione proposta dall'autore e costituiscono le tre parti del testo. Noi: percepirsi come sintesi di quello che si crede di essere e di ciò che gli altri credono che noi siamo per migliorare il proprio benessere e mutare comportamenti inadatti, specialmente in contesto sociale. Gli altri: abbandonare la propria casa per spostarsi verso la terra promessa che desideriamo e che possiamo raggiungere con l'aiuto della relazione affettiva con le persone e il mondo. Il mondo: reimpostare il nostro rapporto con il mondo, inteso come insieme di oggetti, situazioni ed eventi, per assumere la possibilità di cambiare investendo sulle proprie motivazioni e intenzioni. In questa parte sono inseriti anche i contributi della dottoressa Raffaella Fagnoni e del dottor Carlo Vannicola, dell'Università di Genova.