La coscienza è la porta che apre al clinico l'accesso all'interno della conoscenza della persona, evidenzia i suoi strati, con le sue sfere percettive-reattive, con le sue ombre, le sue penombre e le sue perturbazioni. Il fare terapia psicologica attraverso le analisi delle strutture vissute dalla coscienza del paziente, offre la possibilità tras-formativa della coscienza sintomatica in conoscenza-di-Sé autentica. La dimensione coscienziale appare in un primo momento stratificata, complessa e piena di allargamenti policentrici e concentrici. Lo sdoppiamento interiore tra Io empirico e Io trascendentale rimanda allo sdoppiamento, insito nel Da-sein, tra l'essere-qui e l'essere-anche-là, il coincidere di corpo e mondo nella loro tensione divergente. Attraverso il continuo spostarsi dell'attenzione sulle forme sorgenti dal mondo-della-vita, il terapeuta rompe la cristallizzazione e la compattezza della propria coscienza e della coscienza del paziente. Scopre, di entrambe, la stratificazione, la variazione dei significati. Tant'è che si potrà coglierne il senso senza disperdersi nella molteplicità del fatto, e senza rinunciare alla moltiplicazione degli orizzonti e delle prospettive.