Il problema degli alunni con difficoltà scolastiche è tra quelli che la psicoanalisi si trova ad affrontare oggi. Nel primo e nell'ultimo capitolo del libro viene ricostruita la storia dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) e vengono evidenziate le debolezze della matrice teorica che funge abitualmente da chiave di lettura del disturbo. Nel secondo e nel quinto capitolo vengono descritti alcuni interventi scolastici condotti da operatori formati alla scuola di Lacan. Si tratta di resoconti preziosi, che seguono lo sviluppo dei singoli casi per un arco di tempo assai lungo (dalla scuola dell'infanzia al liceo). Il lettore ha così modo di toccare con mano le sostanziali differenze tra un intervento che mira al mero adattamento e uno che mira all'inclusione. Nel terzo e quarto capitolo sono presi in esame ulteriori aspetti dell'istituzione scolastica e del suo funzionamento in un'ottica psicoanalitica. In una prospettiva lacaniana, gli strumenti compensativi e dispensativi, così come le altre misure che la nuova pedagogia speciale mette a disposizione, lungi dall'essere adempimenti burocratici, sono invece strumenti importanti se impiegati al servizio del desiderio di apprendere del bambino. Al contrario, essi diventano deleteri se usati per estorcere in maniera coercitiva un certo comportamento agli alunni, concepiti come macchine che devono solo implementare un programma cognitivo.