Società liquida, società narcisistica, appartenenze deboli, prevalere degli individualismi: sono molti i segnali che evidenziano l'allentarsi del vincolo comunitario nelle nostre società, pur accompagnati da un apparentemente contraddittorio aumento delle richieste generalmente rivolte agli altri. Ci si aspetta che la comunità, di qualunque natura sia, svolga il suo ruolo di protezione, di soddisfazione delle esigenze, di rassicurazione, di cura, di educazione, ma si guarda con sofferenza e insofferenza agli obblighi e alle limitazioni della libertà individuale che tale dimensione di vita associata comporta. Nella letteratura antropologica e sociologica questo emerge probabilmente come il vero disagio della contemporaneità. È apparso quasi antistorico lo slancio con cui tanti cittadini ucraini hanno reagito a quella che è la più estrema richiesta della comunità nazionale, ovvero la difesa a costo della vita. Appare allora essenziale recuperare il senso del fare comunità nelle sue articolate espressioni e il volume raccoglie tale sfida, dalle prime forme documentate di organizzazione comunitaria nel Vicino Oriente antico allo slancio verso nuove forme di comunità suscitato dal Concilio Vaticano II, alla luce di riflessioni filosofiche, politiche e psicoanalitiche sulla possibilità di vivere in comunità e pensare la comunità nel mondo contemporaneo.