Nel secolo scorso la sostanza psichedelica più nota e discussa era l'LSD, oggi questo primato è stato conquistato da un decotto vegetale naturale, originario dell'Amazzonia: l'ayahuasca. Negli ultimi decenni si è diffusa nel mondo in maniera capillare. Non a caso si parla di globalizzazione dell'ayahuasca; una globalizzazione che vede coinvolta in modo importante anche l'Italia. Usata da tempo immemore, l'ayahuasca ha dimostrato di essere in grado di curare. Non solo stati depressivi e dell'umore, le dipendenze da droghe pesanti e alcolismo, ma anche diverse patologie di ordine fisico. Inoltre, tra i suoi effetti più riconosciuti sicuramente l'espansione della coscienza e la riapertura della propria connessione con il tutto, in particolare con la natura e gli altri esseri viventi. La diffusione del culto sincretico di origine brasiliana del Santo Daime, che utilizza come sacramento il Daime (ayahuasca), e la costellazione di "cerimonie" neosciamaniche che usano la Medicina (sempre ayahuasca) per scopi di autocura e di ben-essere, hanno favorito l'accesso di questa esperienza visionaria a fasce sociali che vanno ben oltre la stereotipa figura classica del consumatore di sostanze psichedeliche. Questo libro affronta per la prima volta in modo organico il fenomeno italiano dell'ayahuasca, riunendo scritti di autori, tutti italiani, che si interessano all'argomento sotto il profilo etnografico, sociale, storico, giuridico, ma anche psicologico e psicoterapeutico. Testi di Ornella Corazza, Coração do Beijaflor, Walter Menozzi, Antonio Metastasio, Leonardo Montecchi, Giorgio Samorini e Annalisa Valeri.