"Un mezzo può essere giustificato solo dal suo fine. Ma il fine a sua volta ha bisogno di essere giustificato. Dal punto di vista marxista, che esprime gli interessi storici del proletariato, il fine è giustificato se conduce ad aumentare il potere dell'umanità sulla natura e all'abolizione del potere dell'uomo sull'uomo. «Dobbiamo quindi concludere che per raggiungere questo fine tutto è ammissibile?», domanda il filisteo sarcasticamente... Ammissibili e obbligatori sono soltanto quei mezzi, rispondiamo, che uniscono il proletariato rivoluzionario, che riempiono il suo cuore con ostilità inconciliabile verso l'oppressione, che gli insegnano il disprezzo per la morale ufficiale e per i suoi servitori democratici, lo impregna della coscienza della propria missione storica, aumenta il suo coraggio e il suo spirito di abnegazione nella lotta. Proprio da questo discende che non tutti i mezzi sono ammissibili. Quando diciamo che il fine giustifica i mezzi, allora la conclusione che ne consegue è che il grande fine rivoluzionario respinge quei mezzi e metodi infimi che mettono una parte della classe operaia contro l'altra; o che tentano di fare la felicità delle masse senza la loro partecipazione; o che diminuiscono la fiducia delle masse in sé stesse e nella loro organizzazione, sostituendola con il culto dei «capi». Dal testo "La loro morale e la nostra rappresenta" al meglio l'anima del bolscevismo. È esattamente quell'anima che Stalin ha dovuto distruggere affogando il Partito bolscevico nel sangue di tutti i suoi principali dirigenti, accusandoli di essere agenti di Hitler... prima di concludere egli stesso un patto con la Germania nazista." (dalla prefazione di Matteo Bavassano)