Il titolo classicheggiante di questo zibaldone di pensieri sparsi e riflessioni personali per lo più controcorrente su frammenti di vita vissuta e storia recente non deve trarre in inganno. Non si riferisce a possibili tentennamenti ed esitazioni dell'autore nel commentare alcune istantanee della volubile realtà in cui vive. Molto più concretamente nel mettere insieme i suoi "mattoncini" s'è ispirato alla composizione di quegli originali manufatti edilizi per paramenti di facciata e pavimenti un tempo molto apprezzati, frutto dall'artistico assemblaggio apparentemente casuale di conci lapidei di diverse forme, colori e materiali. È indubbio il fascino di rivolgere a un pubblico sconosciuto ed esigente estemporanee istigazioni a rivisitare, restituite da un punto di vista "altro", chiose vecchie e recenti di attualità, cronaca e cultura. In un'epoca di rassegnazioni, di fatalismi, di reticenze, di ipocrisie e di spocchiosi dogmi laici imposti dall'alto come verità rivelate, una voce che dal basso osi steccare nel coro del conformismo generale non merita forse, se non altro, di essere ascoltata possibilmente senza pregiudizi?