Più che un libro (considerato comunque il più importante di Stenio Solinas), "Compagni di solitudine" è il diario di un viaggio in solitaria tra libri e luoghi, un cabotaggio autonomo e controcorrente, allergico alle maggioranze così come alle minoranze. Pubblicato originariamente alla fine del secolo scorso da Ponte alle Grazie e ora riproposto in una nuova edizione aggiornata, è il bilancio di un itinerario che abbraccia tre decenni e i mutamenti socio-politici che li hanno caratterizzati, chiuso da queste parole, pesanti come piombo: «In Italia l'unico posto dove puoi stare è altrove rispetto a una sinistra untuosa e a una destra vergognosa». A popolare la solitudine di questo avventuriero della letteratura "tentato" dalla politica sono una serie di compagni silenziosi: l'aviatore Saint-Exupéry e l'antimoderno Thesiger, il muscolare Hemingway e il pallido Céline, il rosso Malraux e il nero Drieu La Rochelle. Sono tutte incarnazioni umane della libertà dello spirito, destini incrociati di una vita avventurosa e trasversale, a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, nemica dei luoghi comuni e delle pigrizie intellettuali.