«Avevo iniziato a scrivere questo libro nel mese di agosto 2006, impressionato dalla guerra di Israele contro il Libano e dal gran numero di morti tra la popolazione civile. Due anni dopo sopraggiunse l'aggressione israeliana alla striscia di Gaza (dicembre 2008 - gennaio 2009) dove l'esercito e lo stato ebraici commisero crimini orrendi contro la popolazione civile e, soprattutto, uccisero un gran numero di bambini. L'estrema facilità con cui Israele massacra e uccide i nativi palestinesi non si può spiegare senza esaminare l'imponente apparato informativo che, puntualmente, si piega davanti agli atti più abominevoli dello stato ebraico e ne giustifica i crimini più nefandi. Quando un popolo è massacrato per far posto ad un altro più potente e subisce, in aggiunta, l'oltraggio della menzogna in realtà esso è massacrato due volte: prima dai suoi carnefici e poi dalle menzogne che essi e tutti i loro complici propagano nel mondo per isolarli, screditarli e distruggerli. Senza questa spietata cornice di riferimento è impossibile comprendere "la questione palestinese" e la sua straziante solitudine né i comportamenti e i metodi di lotta, causati dalla disperazione, che molti attivisti della resistenza palestinese adottano contro gli israeliani. Tali sono i kamikaze e i gruppi armati che hanno usato il metodo del terrorismo come metodo di lotta». (Diego Siragusa)