Anarchia e cooperazione sono due termini che raramente compaiono insieme. Questo testo ci dice invece che l'anarchia ha dato un apporto non trascurabile alla cooperazione italiana fra XIX e XX secolo. L'autore prende le mosse dalla concezione cooperativa ben presente nel socialismo utopistico; analizza quindi i legami tra cooperativismo e Prima Internazionale, per focalizzarsi poi sul contesto italiano e in particolare sulle campagne ravennati nella seconda metà dell'Ottocento. In tale contesto si situa l'esperienza dell'Associazione generale braccianti, una cooperativa che è espressione della volontà di autonomia e di uguaglianza dei braccianti. Nel parteciparvi, i braccianti libertari promuovono una partecipazione diretta di tutti i soci alle decisioni che li riguardano, senza delegare i propri interessi a chi viene considerato come dirigente. In sintesi, questo libro decostruisce lo stereotipo di una cooperazione italiana egemonizzata da «rossi», «bianchi» e «verdi», a ricreare idealmente il Tricolore, e illustra il ruolo non trascurabile delle idee e delle pratiche anarchiche nell'ambito della cooperazione. Prefazione di Tito Menzani.