«Scrivere un libro sull'opportunità di eventuali riforme costituzionali, potrebbe apparire operazione da lose-lose poiché, alla noia del lettore medio potrebbe sommarsi l'appunto del giurista, abile a ritrovare approssimazioni o inesattezze in una materia di delicatissima definizione e complessità. Per tale motivo ho deciso di affrontare la questione proprio dalla parte del popolo, cioè a intravederla con le esigenze e lo sguardo di un Italiano medio, angosciato dai repentini cambi di paradigma del dopo 1989; a costo di qualche piccolo didascalismo. Cosa pensino e desiderino gli Italiani l'abbiamo detto: una guida, e cioè stabilità, serenità e protezione. E un nuovo rapporto di fiducia con chi viene scelto nelle libere elezioni. Tramontate le illusioni, deperite le ideologie storiche, è tempo di porre in risalto nuovamente lo statista, quale interprete dei bisogni dei cittadini. E lenire così un'altra nostalgia, quella del politico con una propria personalità, epitome di emozioni e parole d'ordine basici: la cosiddetta "pancia" dell'elettorato. La scelta del premier, del primo, ridarebbe fiato a un rapporto immediato con la politica contribuendo, per ciò stesso, a ricostituire una classe dirigenziale degna di tal nome.» (Walter Rodinò)