La Waffen-SS, il cosiddetto "braccio militare" della SS, riuscì a superare il classico concetto di "esercito nazionale" - quale erano tutti gli altri eserciti in campo durante la Seconda guerra mondiale, ivi compresa la tedesca Wehrmacht -, imponendosi invece come vero e proprio "esercito europeo", ove il collante non era più l'appartenenza a uno Stato delimitato dagli angusti confini politico-geografici dello Stato di appartenenza, bensì l'adesione a una medesima Weltanschauunge, l'appartenenza a un'unica unica comunità di destino - fondata su un medesimo sangue - che traeva le proprie origini da un tempo immemore. È a questi uomini, a questi soldati politici, e più precisamente a quelli appartenenti alla Waffen-SS "germanica", ovvero quella costituita da uomini di stirpe germanica - quindi, non solo tedeschi, ma anche danesi, olandesi, svedesi, norvegesi, fiamminghi, svizzeri e finlandesi, come quelli che militarono nella SS-Division "Wiking" - che è rivolto "Germanische Gemeinschaft", pubblicazione in due fascicoli editata tra il 1940 e il 1942 dalla Nibelungen Verlag, la casa editrice della SS.