Che cos'è la democrazia? Per suoi teorici, un sistema - o metodo - di governo fondato sull'uguaglianza dei cittadini e sull'universalità dei diritti della persona, il parto più riuscito del trionfo della ragione assurto ad emblema della superiorità culturale dell'Occidente e finanche ad approdo finale della storia umana. Un sistema supposto, in quanto tale, necessariamente condivisibile e senza alternative. L'autore si interroga, tuttavia, sulla vera essenza della democrazia, muovendo dalla constatazione che, nelle sue molteplici esperienze, tale sistema o metodo, smentendo le profetiche aspettative dei suoi teorizzatori, per i quali rappresenterebbe il più efficace strumento di progresso, sviluppo e modernità, non ha instaurato il regno della ragione, né ha reso il mondo più giusto, più ricco, più egualitario o più pacifico, né, abbracciando l'idoleggia mercantilista e l'individualismo liberale. Per scoprire che, semmai, sembra valere per essa quanto affermato da Erik Peterson riguardo alle religioni monoteiste, nelle quali, ad avviso dell'esimio teologo si anniderebbero le radici della dittatura, della violenza e della guerra. Al pari di esse, infatti, la democrazia si scopre un sistema di guerra che si ammanta di pace, riuscendo così ad abbassare le difese etiche e psicologiche dei governanti ed a farsi accettare come bene supremo. Un sistema la cui vera funzione, come ammettono, del resto, alcuni suoi autorevoli teorici, è quella di garantire la pace sociale e la conservazione dell'ordine esistente, proponendosi come utile strumento delle classi dominanti.