La scienza è sempre più in grado di descrivere autonomamente la struttura fisica dell'universo e di spiegare la nascita e l'evoluzione della vita, senza ricorrere al sacro come ipotesi di lavoro o all'idea di dio come principio esplicatore del creato. Le prospettive aperte, negli ambiti della manipolazione del DNA, della progettazione di intelligenze artificiali e delle neuroscienze, impongono, peraltro, una profonda mutazione dei paradigmi cognitivi di cui il pensiero filosofico non può non tener conto nella spiegazione delle condizioni che rendono possibile la formulabilità stessa del pensiero scientifico. La Chiesa non intende, tuttavia, rinunciare a piegare, come in passato, ogni proiezione della ragione ai contenuti della rivelazione, pretendendo di fondare sulla dimostrazione della validità della via razionale a dio la proponibilità anche ai non credenti della sua verità e la possibilità di un discorso pubblico e della sua missione universale.