Vent'anni fa, l'ingresso di Pechino nel WTO, la svolta dell'euro in Europa e le guerre del declino americano erano i "fatti politici" che avviavano una "nuova fase strategica" perché la Cina, una potenza emersa dalle aree arretrate, spartite e sviluppate dall'imperialismo, arrivava a sfidare l'ordine postbellico e a chiedere una nuova spartizione del mondo. Il passaggio chiedeva un'attenzione specifica per le varianti e le sfumature della politica estera cinese, per il pluralismo delle scuole di pensiero, per gli adeguamenti e le variazioni nel tempo dei loro orientamenti. In assenza di un lavoro sistematico serio tra le fonti occidentali, abbiamo recensito alcune delle filiere principali dalla vasta pubblicistica in cinese. Per la prima volta un rivolgimento mondiale di enormi proporzioni scaturisce dalla "collisione imperialista" della potenza cinese. Solo il marxismo poteva prevedere con larghissimo anticipo una tale dialettica della "collisione storica" e mantenere l'attenzione, per due secoli, sul "curioso spettacolo [...] della Cina che esporta disordine nel mondo occidentale". Sarà una collisione mai vista prima nell'ordine delle classi dominanti.