Le "Teorie sul plusvalore" fanno parte dei ventitré quaderni, scritti tra il 1861 e il 1863 da Marx e su cui lavorò Engels per estrarre il Secondo e il Terzo Libro del "Capitale". In queste pagine si trovano le sintesi, le comparazioni e le riflessioni che Marx condusse sulle opere di decine di economisti borghesi che nel precedente secolo e mezzo avevano affrontato l'enigma del capitale e le origini del plusvalore. Sono il risultato di studi ventennali, iniziati nel 1844 a Parigi e distillati negli anni con rigore scientifico. Per chi desidera conoscere e capire il ruolo e i limiti della scienza economica della borghesia prima e dopo la sua conquista del potere politico, la lettura delle pagine di Marx non ha sostituti. Sul piano teorico, la storia delle "teorie sul plusvalore" è una splendida applicazione del materialismo storico al campo delle relazioni fra le classi principali e dei riflessi che le loro lotte hanno avuto nella formazione del pensiero economico. Sul piano politico, pone il concetto del "plusvalore" come una netta linea di demarcazione con l'opportunismo. La battaglia teorica delle "Teorie sul plusvalore" ha ancora molto da insegnare alle nuove generazioni del marxismo.