A quarant'anni dal primo voto a suffragio universale per scegliere i rappresentanti italiani al Parlamento europeo, le motivazioni nazionali sembrano continuare a pesare sia sull'offerta politica e programmatica dei partiti, sia sugli orientamenti degli elettori. In più, le «europee» hanno costituito l'occasione per compiere esperimenti politici (liste comuni) e per consentire ai votanti di diversificare le scelte rispetto a quelle tradizionali. Il volume ripercorre le vicende elettorali dal voto del 10 giugno 1979 a quello del 26 maggio 2019. Nell'analizzare i dati si seguono tre percorsi paralleli: l'evoluzione dei suffragi ai partiti fra un'elezione europea e l'altra, per aree geografiche e geopolitiche; il raffronto fra il voto per le consultazioni per l'Europarlamento e per la Camera dei deputati italiana; si prendono in esame, inoltre, i differenti comportamenti elettorali dei capoluoghi di regione (le «piccole capitali») rispetto agli altri comuni. Un vasto apparato di dati fornisce un'ampia documentazione circa gli esiti nazionali e locali dei nove turni elettorali.