Da "democrazia nascente" con il suo primo presidente Habib Bourguiba, la Tunisia è diventata una "democrazia calante" con Zine El Abidine Ben Ali, la cui politica di "cambiamento" e di modernizzazione celava un capillare controllo autoritario e una prassi repressiva, giustificati dietro la bandiera della lotta contro il terrorismo. Sebbene privato di libertà e dignità, il popolo tunisino ha saputo reagire. Con la rivolta del gennaio 2011 e la messa in fuga del dittatore Ben Ali, ha respirato la libertà: libertà di scegliere, libertà di agire, libertà di parlare, libertà di esprimersi. La Tunisia sta vivendo oggi un periodo di transizione democratica attraversato da ombre e inquietudini. Com'è noto il paese è infatti soggetto a una fragilità economica che ha indubbiamente provocato un corto circuito nella società, in particolar modo nelle giovani generazioni protagoniste della rivolta, ma nel contesto regionale sembra rappresentare un faro nel Mediterraneo. Resterà tale? Partendo da questo interrogativo l'autrice, di origine italo-tunisina, ripercorre il cammino del suo "altro paese" dall'indipendenza ai giorni nostri, mostrandoci i forti legami fra quella terra e l'esperienza europea.